mercoledì 30 settembre 2020

PICCOLA MIA, camminiamo INSIEME.


Pensieri, parole, animi stanchi.
Ma anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Rattonudo

Fin da quando ero una bambina, ho conosciuto l'amore abbinato al dolore. Crescendo ho conosciuto meglio me stessa e la mia ipersensibilità. Da sempre ricerco qualcosa che colmi i miei vuoti, ma quando li riempio, il mio corpo rigetta il contenuto. Non è mai quello giusto. Ho bisogno di svuotarmi e riempirmi sistematicamente e non mi sento mai completa, ma solo piena di buchi. Spesso ricerco l'amore, spesso il dolore. Cerco entrambi con la stessa costanza e spesso, mi sovrastano. Si accavallano, si intersecano ai miei nervi, circondano il mio corpo e mi si avvinghiano intorno come serpenti, mi impediscono di respirare. Vorrei tanto smettere di credere, che la mia interezza sia ricoperta di cavità, e che bisogni rabboccarle fin l'orlo. Il mio corpo mi grida, vomitando fuori tutto quello che provo disperatamente a ficcare dentro per rattopparmi, e grida, grida, grida. Non mi sento bene, come dopo un'esplosione, non sento nulla. Puoi gridare quanto vuoi, ho bisogno di tempo prima di riacquisire l'udito. Eppure il rumore è assordante, la testa mi pesa. Ricordo una bambina, e il suo rumore. La ricordo in mezzo alle masse di persone con lo sguardo vacuo. La ricordo buttarsi con le ginocchia sulle costruzioni lego sparse per il pavimento. La ricordo dire il suo primo ti amo e ricevere in risposta uno spintone. In fondo, è questo che ho imparato. Come posso biasimare quella bambina, adesso cresciuta. Voglio prenderla per la mano e accompagnarla nel suo percorso, insegnarle ad abbassare il volume del rumore che le impedisce di sentire bene, di sentirsi. A valutare cosa è meglio per la sua salute, a prendersi cura di sé, a bastarsi, vedersi completa, conoscere l'amore; non per forza disastrato per esser definito tale. Insegnarle che il dolore va affrontato e non coperto con un dolore più forte. Piccola mia, tirati su e camminiamo insieme.