giovedì 9 agosto 2018

BATTITO DI FARFALLA.


Pensieri, parole, animi stanchi.
Ma anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Eleonora


“ E’ impossibile, disse l’orologio.
E’ rischioso, disse l’esperienza.
E’inutile, tagliò la ragione.
PROVACI, sussurrò il cuore.”
Pioveva. Avevo su il mio giubbotto preferito, blu come la notte. Faceva un gran freddo, il cielo era grigio. Non sentivo nulla. Correvano pensieri su pensieri fino a riempirmi lo stomaco. Camminavo senza una meta; regole, tempi, ordini. Era tutto nuovo. Gli ultimi abbracci, gli ultimi sguardi con i miei genitori, le ultime parole scritte. Così iniziai il mio percorso, ero solo io quel 28 marzo 2018, dove la primavera tardava ad iniziare. Un luogo dove non mi conosceva nessuno e potevo iniziare da capo. Potevo iniziare da capo anche con me stessa. Portavo sempre con me un quadernino, la penna, le cuffie e il silenzio che mi imprigionava. All’inizio non capii i pianti, delle altre lamentele, i ‘˜mi manchi’ poi mi fu tutto più chiaro. Stare nella stanza senza un filo di luce e una colonna sonora di sofferenza mi intrappolava il cuore, i pensieri si sommergevano l’uno sull’altro. Mi mancava tutto, mi mancavo io. I giorni passavano, i mesi, le ore, sempre un’attesa. Era tutto un’attesa, senza successo. Mi perdevo, e risplendevo, poi caddi. Mi stavo distruggendo, i tagli, i tentativi di scappare con la mente in una persona che ormai non riconoscevo più. I rimproveri, le conseguenze e le soluzioni… era tutto terribilmente difficile. Eleonora come sta? Le notti passate con l’insonnia, l’overdose di farmaci, i sintomi, i numeri che mi stavano uccidendo, regole, punizioni. Tutto in una sola mente. Troppe voci per una sola persona. Giravamo come gli orologi, e vivere così non era un obbligo. Le cartine, le sigarette, ‘vienimi a prendere, in mezzo alla polvere…’ sono una specie di esperimento, la pelle coi graffi. Non capivo come fossi arrivata a quel punto, mi sentivo come una foglia caduta a terra, calpestata da tutti, calpestata da lei. Lei: ve la presento, il mio amore tossico, era come una droga per me. Mi prometteva cose che non si sarebbero mai avverate, mi faceva fare cose che per una ragazza di 18 anni non dovrebbe nemmeno pensarci. Calcoli, le occasioni mancate, le tante bugie, per delle ossa. Per un sorriso che era più denti che altro. Per forme che ormai erano linee. Mi prometteva amore quando in cambio ottennevo solo disperazione. Non c’era nulla per cui ne valesse la pena per lei. Una costante lotta tra il bene e il male, come nelle favole. Mi prese con se e mi fece la sua bambina, che aveva paura di crescere, di affrontare la vita. Mi parlava, mi coccolava. Io mi prendevo cura di lei mentre mi stava annullando piano piano con le sue illusioni. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenermi con sè. Ancora oggi è così che la posso identificare. Un conflitto ad ogni boccone, ad ogni passo in più verso la libertà . Era difficile riuscire ad essere diversi. Le maldicenze, le note su di me, le menzogne. La costante ricerca di questo battito di farfalla, un petalo di margherita che si posa su di me. Tutto in un solo momento, si sconvolse tutto. Le speranze e la chiusura di una porta aperta da troppo tempo. L’odio represso, mai espresso. La paura di me, di lei, della vita che mi aspetterà . Ricominciare davvero da capo, un passo alla volta, delicato e travolgente allo stesso tempo. Per i sogni infranti, per le camminate di troppo, per le lettere non scritte, per la forza di dire No e quella di dire Sì. Perché l’unica certezza è il cambiamento e bisogna passare attraverso il cibo e la sofferenza per quel battito di farfalla. Vietato lamentarsi dopo che il fondo te lo sei creato tu con le tue stesse mani. Non esiste un incantesimo che faccia sparire ogni traccia di lei, non esisterà giorno in cui te ne pentirai del tuo fondo, lo so, perché lo provo anche io. D’altronde come si può lasciare un posto che hai chiamato ‘casa’ per molto? Come si fa a cambiare quando non sei mai stato te stesso? ‘Lei’ queste cose non te le può dare. Non sei tu che stabilisci il tuo carattere, le amicizie, gli interessi, ma la tua cara’ lei’,che non ti darà nulla, se sconforto per ciò che sei diventata : il nulla. Nulla totale, come volevi tu no? Poi piano piano ho compreso che non avrei apprezzato ciò che possiedi fino a quando mi avrebbero tolto tutto. Anche i tuoi genitori. Stare nell’oblio a far la gara a chi mangia di meno… ma che solo grazie a te la situazione potrebbe diventare un sorriso di una persona vera, con dei sentimenti veri, e un cuore vero. Basta a tutta questa follia. Devo ricordarmi il motivo per cui avevo iniziato, ma soprattutto il motivo per cui avevo finito! Sta a me scegliere. So che non lo hai più potuto fare da quando c’è ‘lei’ , ma ora è il tuo momento, di scrivere il finale della tua storia e decidere se possa essere un lieto fine o meno. La strada la conosci se tornare indietro o andare avanti per ciò che sei realmente. Niente e nessuno può impedirti di smettere, ma allo stesso tempo di splendere. Avere autonomia ed essere indipendenti non è semplice, vero?


Quando devi essere forte da sola. Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma nemmeno impossibile. Bisogna arrivare all’abisso ed essere capaci di uscirne con la propria motivazione. Come ho fatto io. Ero arrivata al punto di dover chiedere aiuto per ogni mio piccolo spostamento, la costante paura di ogni emozione che stavo provando, la rabbia nel piatto, la tristezza negli occhi. Una forchetta e un coltello, ed è lì che ho scoperto quanta determinazione ho da vendere. Una battaglia piena di speranza per il futuro, tante delusioni e vittorie che mi incoronano, perché bisogna ricordarsi che le stelle cadenti splendono anche quando cadono. Ti dirai che non sarai mai abbastanza. Mai abbastanza forte, perfetta, sana per riuscire a sopportare tutto questo. Eppure, ce la farai. Sei un foglio bianco che aspetta di essere travolto dalle parole giuste. Intoccabile, fragile e unico. Non sarai mai come vorrai, ma puoi cercare di essere il meglio di te . Devi imparare ad accettare che tra il bianco e il nero, esiste anche il grigio. Che cos’hai realmente da perdere? L’occasione di stare bene? Prima sii libero e poi chiedi la libertà che ti aspetta. Ad essere felici bisogna avere coraggio. Tu dove sei finita? Dove sei finita tra le mille domande e nessuna risposta che ti si propone ogni giorno? Era veramente questa la vita che ti sognavi da bambina? Dove ti piaceva giocare e divertirti con svariate fantasie che si ha solo nella giovane età? Stare con le amiche e con le persone che ti vogliono bene veramente, che riconoscono quanto sei speciale, per il tuo carattere. Lottare, litigare con ‘lei’, esasperarsi per le tue ossa. Chiedersi se è la giusta risposta la normalità. Quando sei il primo a sapere ogni tipo di risposta, perché solo tu puoi stabilire il tuo bene e nessun altro. È una decisione prioritaria per la sopravvivenza della tua persona. Me lo ricordo ancora il mio primo giorno, ero spaesata non riuscivo a capire come mi sarei dovuta muovere. Gruppi, medici, dietiste, psicologhe, infermieri davano forma alla mia rinascita. Per essere qualcuno, qui e ora, bisogna rinunciare a essere un altro, altrove o in seguito. Ricordati che sei tu il tuo tempo migliore. Sono una margherita, e come tale non faccio invidia a nessuno. Vi voglio però ricordare che le rose sfioriscono subito, io no, io rimango sempre, perfettamente intatta.

“mercoledì 28/03/18 caro diario oggi è stata una giornata molto dura ed è solamente il primo giorno. Le ragazze sono simpatiche, alcune insomma, molto criticone. Qui senza orologio non si sopravvive. È difficile, mi sento molto spaesata. Non so come muovermi. Mi vergogno, ho tanta ansia. Ho fatte 3 visite e mi hanno dato il ‘piano base alimentare’ da completare entro le due settimane e il gruppo nutrizionale ‘A’ è con Annamaria (credo si chiami così). Sono stanca e devo ancora partire, sarà una lunga battaglia contro la parte di me che non voglio più. “

“giovedì 24/04/18 caro diario oggi ho iniziato il nuovo piano alimentare, all’incirca. Proverò tante nuove emozioni… anche se da sola non sono in grado di riconoscerle. Mi hanno fatto le flebo, e sono piena di liquidi…nel pomeriggio ero quasi svenuta. Mi sono fatta del male oggi..soffro molto ed ho paura di dirlo a qualcuno. Lo dico a te diario mio nella speranza che almeno tu mi possa ascoltare. Sono stanca di me stessa. Del chi mangia meno o di più, non ho mai desiderato così tanto la normalità come ora, come ogni mattina quando apro gli occhi.”

“venerdì 25/04/18 caro diario, oggi mi hanno tolto le scarpe. Io iperattiva? Wow. Mi sento persa, che ho io di diverso? Ho una voragine nello stomaco dal nervoso.”

“sabato 05/05/2018 caro diario, oggi mi sono sentita di vivere dentro ad una fotografia, in un’istantanea, un momento di serenità con i miei familiari e i miei amici. Risate, la mente libera da ogni malessere. Mi sono sentita vivere a dentro una foto. Ammirando la spensieratezza del tempo che passa come il tramonto. La felicità oltre l’orizzonte.”

“lunedì 07/05/18 caro diario, affrontare tutto questo senza muoversi è davvero difficile. Mi sento in colpa, mi vergogno. Ho un sacco di pensieri per la testa e non so che fare, come muovermi. Vorrei non essere me. Vorrei che fosse tutto più semplice, tutto più leggero. Ed io mi sento pesante. Mi sento di dar fastidio.”

“mercoledì 09/05/18 caro diario, sono molto agitata per il giro medico,non so cosa possa succedere… ho tanti pensieri per la testa, in ogni dove… il peso… le scarpe… le mie scarpe e il senso di libertà… il 9 è sempre stato il mio numero preferito. È il numero di maglia di papà.”

“sabato 12/05/18 caro diario, non ne posso più di pensare al cibo 24 ore su 24.”

“domenica 13/05/18 caro diario, sta tornando la fissa per i numeri, vedo il mio corpo cambiare sempre di più. Ho tanta rabbia, soprattutto quando mangio. Mi stringo forte lo stomaco. Lei si sta facendo sentire sempre di più. Soffro, sono chiusa in una gabbia dorata, ho bisogno della mia libertà. La voglia di voler ristringere, i rituali, TUTTO. Ho il sorriso azzurro di chi ha sopportato troppo a lungo il nero.”

“mercoledì 16/05/18 PRIMA GIORNATA D’AIUTO caro diario, oggi ho vissuto una delle giornate
d’aiuto e sono mentalmente distrutta vorrei piangere. Mi sento in prigione e sempre controllata per ogni cosa che devo fare. Mi sto chiedendo perché me. Perché proprio io, che ho di strano? Io non mi sento così grave da essere sorvegliata pure quando vado in bagno è tosta, sono k.o. psicologicamente. ”

“SECONDA GIORNATA D’AIUTO
Caro diario, oggi ho iniziato la giornata con la comunicazione del peso. Mi sono sentita a disagio crescere così tanto dall’oggi al domani. Non è facile da digerire. Vorrei che fosse stato più lento l’incremento di queste giornate sono proprio ‘full’ di testa.
TERZA GIORNATA D’AIUTO Caro diario, oggi mi faccio schifo. Di nuovo.”

“ domenica 20/05/18 caro diario, primo spuntino fuori, siamo andati a Verona a toccare la normalità è stato bellissimo. Dal punto di vista alimentare nonostante tutte le voci e i sensi di colpa sono andata a gusto. Chiedo se davvero ho bisogno di tutto questo incremento. A volte mi chiedo perché sono qui. Mi sento sempre in competizione con le altre. Come se non facessi mai abbastanza. Non riesco più a mettere il paraocchi, soprattutto a tavola. Devo fare sempre tutto io? Mi sento persa. Provo un forte senso di smarrimento che non mi vuole abbandonare. Aiuto. Io mi sento in colpa a fare la cosa giusta.”

“martedì 12/06/18 caro diario, oggi al gruppo di psicoterapia ho sentito di dover cambiare la mia vita. Ho troppe emozioni da esprimere e non so nemmeno come si possa fare. È difficile accettare il cambiamento e volerlo fare. “

“lunedì 25/06/18 caro diario, oggi ho eliminato l’app dei contapassi e penso di aver trovato la luce dopo tanto tempo di sofferenza e dolore mentale. Basta numeri, viva Eleonora!”

“E l'occhio ride ma ti piange il cuore,sei così bella ma vorresti morire.”

 “Ma cosa sono diventata?”

“E i sensi di colpa? I sensi di colpa dopo aver mangiato dove li mettiamo?”

“quante calorie ha la felicità?”

Ogni cosa ha una sua struttura, come il giudizio degli altri che crea dipendenza e una serie di confronti. Bisogna riconoscere che è normale non piacere a tutti. Nonostante ci sia la paura di essere abbandonati o rifiutati; perché il senso di identità si costruisce con il confronto con gli altri. Bisogna essere egosintonici, trovare il giusto confine, desiderare di stare bene e fare le cose per sé stessi. che cosa predispone un dca? -familiarità -società -carattere -dieta -trauma -influenza abilità -richiesta d’attenzione -confronto -sport -bullismo -adolescenza -genetica
Una semplice ‘somma’ : IO+DIFFICOLTA’+FATTORI ESTERNI
Comporta una distorsione cognitiva della realtà ovvero: quello che percepisco, la realtà soggettiva e la diversità …cioè che nonostante la realtà sia uguale per tutti la viviamo in un modo diverso.