mercoledì 2 dicembre 2020

VUOTO.


Vuoto. Pieno.
Troppo piena ma così vuota.
È così che mi sento, l'ennesima abbuffata e l'ennesima punizione di compensazione domani. E se non ci riuscirò, beh non può esistere un "non ci riuscirò", perché la pagherò lo stesso in un modo o in un altro.
Cosi incapace, così nullità.
Non sono niente come niente é ciò che sento. 
Vorrei solo non esistere, per un po', poi torno, un po' come le vacanze di Natale che quest'anno non hanno senso.




sabato 14 novembre 2020

La VITA è TORNATA.

 
Pensieri, parole, animi stanchi.
Ma anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Chiara

E così, a un certo punto, la vita è tonata.
È tornata quando nessuno, me compresa, ci credeva più.
Ieri uno degli esseri umani più importanti della mia vita, che ancora piange quando pensa a questi miei ultimi anni, mi ha detto che ogni mattina si svegliava con il terrore che io non ci fossi più e mi ha confidato anche, con le lacrime agli occhi, che altre volte si è invece ritrovato a pensare che forse sarebbe stato meglio che tutto finisse in un mattino senza risveglio, perché il dolore era diventato insopportabile per me e per tutti coloro che mi erano accanto. Sentirselo dire non è stata una passeggiata di salute ma la verità è che era proprio ciò che io desideravo ogni giorno.
Le foto del mio corpo emaciato sono agghiaccianti ma non sono nulla in confronto al dolore che mi portavo dentro, alla furia devastante che mi spingeva a consumare e distruggere ogni parte di me e della mia vita. Fare e disfare, riempire e svuotare, distruggere, distruggere, distruggere in un moto senza direzione e senza fine.
Mi sento e sono una sopravvissuta, anche se sento che questa sensazione sta lentamente cominciando a dissolversi e sono sempre più i momenti in cui mi percepisco come una persona magnificamente normale. Non sento più il bisogno di buttare il cuore al di fuori di me, di togliermi la pelle per sentirmi vera e viva, di urlare senza voce chi sono e cosa sento.
Tutto ciò che sono è custodito dove ha bisogno di stare e la luce che porto dentro trova da sola il modo di uscire mentre io mi occupo di lasciare che si espanda.
Eccolo qui l'amore per me stessa, sperimentato per la prima volta a trentotto splendidi anni, durante una pandemia.
E così, dicevamo, ad un certo punto la vita si è aperta di nuovo e io ho iniziato a rialzarmi dall'accartocciamento in cui ero piegata. È stato come aprire le ali e sentirle immediatamente riempirsi di vento.
E mentre plano non mi sembra ancora vero. È tutto così bello da togliere il fiato.
E con le mie ossa assottigliate, i muscoli doloranti, i denti consumati, le mie ovaie rimaste addormentate, il mio stomaco che non ha ancora ripreso completamente la capacità di digerire, il mio corpo tutto che è ancora terrorizzato dalla possibilità di una nuova carestia, io torno nel mondo.
E ci torno con la voglia di esserci, di ridere, di amare e di non giudicarmi e giudicare più.
Mi ritrovo ad allargare le braccia e scoprirle piene di amore.
Ritrovo i miei legami, le mie radici ed i rami che si moltiplicano.
Ritrovo queste foto nella mia macchina fotografica che avevo portato a lavoro qualche giorno fa e che uno dei ragazzi, in gran segreto, ha preso in mano per immortalare momenti di vita al "capannone": una quotidianità che una manciata di mesi fa non riuscivo nemmeno più a sognare.
Sono forse immagini banali agli occhi dei più ma per me racchiudono tutta l'immensità della vita che di nuovo batte nella mia pancia.
 
 
 
 

mercoledì 30 settembre 2020

PICCOLA MIA, camminiamo INSIEME.


Pensieri, parole, animi stanchi.
Ma anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Rattonudo

Fin da quando ero una bambina, ho conosciuto l'amore abbinato al dolore. Crescendo ho conosciuto meglio me stessa e la mia ipersensibilità. Da sempre ricerco qualcosa che colmi i miei vuoti, ma quando li riempio, il mio corpo rigetta il contenuto. Non è mai quello giusto. Ho bisogno di svuotarmi e riempirmi sistematicamente e non mi sento mai completa, ma solo piena di buchi. Spesso ricerco l'amore, spesso il dolore. Cerco entrambi con la stessa costanza e spesso, mi sovrastano. Si accavallano, si intersecano ai miei nervi, circondano il mio corpo e mi si avvinghiano intorno come serpenti, mi impediscono di respirare. Vorrei tanto smettere di credere, che la mia interezza sia ricoperta di cavità, e che bisogni rabboccarle fin l'orlo. Il mio corpo mi grida, vomitando fuori tutto quello che provo disperatamente a ficcare dentro per rattopparmi, e grida, grida, grida. Non mi sento bene, come dopo un'esplosione, non sento nulla. Puoi gridare quanto vuoi, ho bisogno di tempo prima di riacquisire l'udito. Eppure il rumore è assordante, la testa mi pesa. Ricordo una bambina, e il suo rumore. La ricordo in mezzo alle masse di persone con lo sguardo vacuo. La ricordo buttarsi con le ginocchia sulle costruzioni lego sparse per il pavimento. La ricordo dire il suo primo ti amo e ricevere in risposta uno spintone. In fondo, è questo che ho imparato. Come posso biasimare quella bambina, adesso cresciuta. Voglio prenderla per la mano e accompagnarla nel suo percorso, insegnarle ad abbassare il volume del rumore che le impedisce di sentire bene, di sentirsi. A valutare cosa è meglio per la sua salute, a prendersi cura di sé, a bastarsi, vedersi completa, conoscere l'amore; non per forza disastrato per esser definito tale. Insegnarle che il dolore va affrontato e non coperto con un dolore più forte. Piccola mia, tirati su e camminiamo insieme.




giovedì 25 giugno 2020

LIBERA.


Pensieri, parole, animi stanchi.
Ma anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Kate


Vorrei raccontare la mia testimonianza. Dal 22 maggio ho mandato a fanculo la bestia. Sto mentalmente molto meglio. 
Non ho sensi di colpa quando mangio ne' atti compensatori o altro. 
Non ho più nessun pensiero fisso. Sono libera. 
Però è difficile ora...ansia, stanchezza gonfiore addominale e aumento di peso. 
Questo perchè quando esci dalla malattia il corpo inizialmente tende ad assorbire tutti i nutrienti perchè è in riserve DA ANNI. 
Io ho avuto anoressia e bulimia per 10 anni quasi. Ma tutto passa! 
Il gonfiore è momentaneo ( è come quando ti rompi una caviglia e si gonfia per guarire). 
Anche ansia eccetra sono cose momentanee perchè prima erano deviate dal dca mentre ora viene fuori tutto. Occorre affrontarle. 
Dopodiché il tutto si risistema. Ma assolutamente anche se si è spaventati NON bisogna ricadere in digiuni o restrizione. 
O si è punto e a capo. Quindi si, con calma farò tutto. Ma sto meglio. Veramente. Libera :)

venerdì 1 maggio 2020

a LORO.


Pensieri,
parole, animi stanchi.

Ma
anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Alessandra


A LORO, a tutte quelle persone che non tutti purtroppo hanno, ma che, se ci sono, aiutano tutti NOI.
Sono le persone che hanno deciso che, nonostante le ossessioni, le difficoltà, i litigi, le restrizioni, le abbuffate, ci sono e ti promettono (e tu sai che è così) che ci saranno.
LORO sono tutti coloro che, a loro modo, spesso (come non potrebbero) sbagliando, ci sono.
Ti affiancano nel tuo percorso quasi impossibile e per alcuni di noi, per alcuni versi, infinito. Non si arrendono.
Lottano CON e INSIEME a te.
LORO meriterebbero il meglio da tutti.
Spesso é proprio per dargli il nostro meglio che ci svegliamo la mattina.
LORO meriterebbero TUTTO perché non è facile starci vicino.
Non ci capiscono nonostante i mille sforzi. E NON perché non vogliono.
Semplicemente, non possono. Nemmeno noi siamo in grado di capirci, molto, molto spesso.
Perché camminare sulle strisce del marciapiede? Perché l'olio fa paura? Perché tagliarsi?
LORO non sono perfetti, non sono infallibili (come tra l'altro, vorremmo essere NOI), ma CI SONO.
E A LORO VA IL MIO PIÙ GRANDE GRAZIE.

P. S. Quante volte avremmo voluto essere soli?!? Liberi da ogni vincolo affettivo?
Io per esempio, ho chiuso tutti i rapporti di amicizia nonostante ne soffra.
Ma, ricordiamoci di tutte le dannate volte in cui ci hanno SALVATO e permesso di godere, anche se per un secondo, di una gioia di questa tormentata vita.




lunedì 16 marzo 2020

il POSITIVO.


Ogni anno creo un mio post sulla ricorrenza della giornata nazionale dedicata ai disturbi alimentari.
Quest'anno arrivo con i miei tempi.
Ieri non ce l'ho fatta, un incoraggiamento non mi era facile da dedicarvi.
"Avevo un bisogno disperato di dichiarare guerra al mondo intero. Ma non riuscivo più a trovare i nemici. Erano tutti dentro di me."
Questa citazione di Gramellini rispecchia come io mi sentivo a riguardo dei disturbi alimentari ieri.
Sentivo il bisogno io di un incoraggiamento.
E prima di annullarmi come ho sempre fatto per dedicarmi agli altri, ho deciso di dedicare la giornata a me stessa.
Ieri dopo mesi e mesi, mi sono messa lo smalto.
Non tendo a curarmi molto, la mia persona sfugge spesso alle mie priorità.
Ma ieri volevo fare qualcosa per me, per incoraggiarmi.

Ora le mie mani hanno un aspetto diverso. Sono le mani creative che mi ricordano che ho una mia personalità, i miei bisogni e desideri e che non devo lasciare che la mia mente li ricopra con pensieri negativi che tendono a farmi dimenticare il resto.

Ora che l'incoraggiamento sono riuscita a farlo a me, voglio condividerlo con voi.

Non importa ciò che abbiamo passato. Il passato è passato.
Perdonare è essenziale, quanto il lasciar scorrere.
Il nostro corpo è innocente, quanto lo siamo noi.
Basta colpe, punizioni, pretese, fisse e controllo.

Credo sia fondamentale ripetercelo ogni giorno.
Sorriderci allo specchio e dirci "sei bella" come ci suggeriscono spesso di fare è completamente inutile se non abbiamo una minima parte di noi che lo pensa davvero.
Concentriamoci su ciò che di noi è positivo. Sulle piccole rivincite che possiamo avere.

"Non sono in grado di far nulla" è una frase che riecheggia forte nella mia testa.
Ma non è vero.
Io so disegnare, mi so esprimere con i colori.
So farmi voler bene. E se non riesco ad esserne certa con le persone per le mie troppe insicurezze, allora c'è il mio gatto che me lo trasmette sempre.
Ora non mi viene in mente altro di positivo, è difficile per me pensare in questo modo.
Ma son già due punti a mio favore. E altri devo trovarne.

Lo stesso chiedo di fare a voi, perché in un qualche modo, anche se sembra impossibile crederci, tutti ce lo meritiamo.
Tutti.





sabato 22 febbraio 2020

SOFFRIRE con DETERMINAZIONE.


Quelle parole.
"Tu non ne sei mai realmente uscita, ti trascini paure, fisse e paranoie sin dalla prima volta che ci sei caduta."
Quindi si, siamo già ad otto anni di anoressia nervosa, alternata a binge e bulimia. Otto anni di disturbi alimentari.
Altalene, su e poi giù...Poi un po' più su e di nuovo giù. Ma stavolta non è solo giù: son caduta da quell'altalena e son finita in un pozzo.
Urlo. Spero che quelle poche persone che mi riescono a sentire non smettano di farlo. Cerco di arrampicarmi, devo uscire dall'acqua o mi inghiottirà.
La mia arrampicata è più che ardua, sembra impossibile; ma anche se le pareti a mattoni mi scorticano facendomi sanguinare, io non voglio fermarmi.
Voglio almeno vedere il sole, anche da quaggiù.
Voglio almeno vedere il sole, soprattutto quando sarò lassù.
Perché le cose non possono finire così.
Perché non morirò nel sonno con il cuore che, esausto, si ferma.
Perché i miei polmoni non saranno soffocati. Io respirerò aria nuova.
Ma per tutto ciò devo soffrire.
Soffrire con determinazione per raggiungere il mio obiettivo.




martedì 7 gennaio 2020

RICOMINCIARE?


Pensieri,
parole, animi stanchi.

Ma
anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Tea

Carta bianca. Quanto è difficile ricominciare. Ricominciare ad accordare le parole tra di loro, senza il timore di risultare banale o stupido o già sentito. Scrivo con la luce spenta, nel buio della mia camera, come sottofondo ho solo le lettere sulla tastiera e il russare del mio cane. Borderline. Respiro profondo. Mi tormenta ancora, ma questa non è una novità. Ma di novità c'è n'è una positiva. Il disturbo borderline secondo il manuale diagnostico riporta la presenza di nove criteri. Nel corso del mio primo ricovero in clinica specializzata , secondo test accurati, lunghi e introspettivi, la Tea di quasi due anni fa rappresentava perfettamente tutti questi criteri. Borderline al 100%. A basso funzionamento.
Ho recentemente fatto un nuovo ricovero, nel mese di ottobre. E ho rifatto questi test. I criteri del disturbo borderline che appartengono alla mia personalità sono ora sette. Due in meno. Che dire? La notizia mi ha fatta sentire incredula e sollevata, fiera di me stessa (e chi mi conosce bene sa quanto sia difficile per me provare questa sensazione). Dal giorno della diagnosi, non è passato un giorno senza il quale io non abbia in qualche modo, nel migliore che riuscivo quel giorno, e non sicuramente non senza fallimenti, lottato. Una forza innata dentro di me mi ha spinta a immergermi nella psicoterapia, nella mindfullness, nella filosofia orientale, nelle strategie cognitivo comportamentali, nelle fantomatiche "abilità" che noi classificati nel gruppo 'DP' (disturbi della personalità) conosciamo bene. Nel lungo e doloroso processo di accettazione, nelle ricerche scientifiche, nella condivisione, nella scrittura e in tutte quelle strategie attuate al fine di rendere la vita di un paziente borderline più sana e funzionale. Mi sono affidata a professionisti competenti. Affrontare un disturbo psichico non è cosa ovvia o tantomeno cosa facile. Comporta l'assunzione di terapie farmacologiche, più o meno pesanti, che possono limitarti negli svaghi, che ti costringono a seguire un regime alimentare regolato perché tendenzialmente hanno la tendenza a far ingrassare e ad andare quindi a creare anche altri tipi di complicazioni, che ti possono far sentire meno lucido e meno presente a te stesso. oppure semplicemente molto stanco. Io adoro camminare, adoro la natura e adoro le passeggiate tra le mie amate montagne. Ma a causa di crampi molto forti alle gambe causatomi da un farmaco ora faccio fatica, devo limitare le mie passeggiate e le mie tempistiche, e dio solo sa quanto questo sia pesante per me.
Comporta anche intensa psicoterapia, che può essere come quella attuata in ricovero, dove ogni giorno vengono proposti gruppi di mindfullness, tolleranza alla sofferenza, relazioni interpersonali, consapevolezza e tecniche espressive o può essere più dilazionata nel tempo, le sedute che vengono quindi fatte dallo psicoterapeuta di riferimento ogni due settimane nel mio caso o una volta ogni settimana. La psicoterapia è dura, introspettiva, scava nel profondo, ti attiva emotivamente, ti fa riflettere a fondo e ti porta anche a rivivere situazioni stressanti o dolorose che la tua mente aveva rimosso o nascosto in un cassetto. Ti aiuta nella ricerca del tuo vero 'Io' , modella la tua consapevolezza e ti aiuta a capire cosa sta succedendo dentro di te.
Si tratta di scelte, dolorose e difficile. Scelte che non possono essere imposte da nessuno, scelte che non si possono giudicare in alcun caso. Scelgo di curarmi perché voglio venirne fuori, perché auspico per me una vita migliore in prospettiva, perché necessito di trovare un benessere che ho perso da tempo, perché in fondo ancora ci credo, perché sono adeguatamente supportata e stimolata.
Scelgo di non curarmi forse perché in quel momento non ne ho le forze, non ho i supporti, non ho le motivazioni, aprire certi cassetti mi risulta impossibile, cerco di calmare la mia sofferenza con qualcos'altro. Sono scelte ripeto, entrambe dolorose e entrambe profondamente difficili e assolutamente non giudicabili.
Due criteri in meno, dicevamo. Forse che dal borderline non si può guarire me ne devo ricredere?