martedì 7 gennaio 2020

RICOMINCIARE?


Pensieri,
parole, animi stanchi.

Ma
anche voglia di riscatto, di respiro, di vita.


-scritto da Tea

Carta bianca. Quanto è difficile ricominciare. Ricominciare ad accordare le parole tra di loro, senza il timore di risultare banale o stupido o già sentito. Scrivo con la luce spenta, nel buio della mia camera, come sottofondo ho solo le lettere sulla tastiera e il russare del mio cane. Borderline. Respiro profondo. Mi tormenta ancora, ma questa non è una novità. Ma di novità c'è n'è una positiva. Il disturbo borderline secondo il manuale diagnostico riporta la presenza di nove criteri. Nel corso del mio primo ricovero in clinica specializzata , secondo test accurati, lunghi e introspettivi, la Tea di quasi due anni fa rappresentava perfettamente tutti questi criteri. Borderline al 100%. A basso funzionamento.
Ho recentemente fatto un nuovo ricovero, nel mese di ottobre. E ho rifatto questi test. I criteri del disturbo borderline che appartengono alla mia personalità sono ora sette. Due in meno. Che dire? La notizia mi ha fatta sentire incredula e sollevata, fiera di me stessa (e chi mi conosce bene sa quanto sia difficile per me provare questa sensazione). Dal giorno della diagnosi, non è passato un giorno senza il quale io non abbia in qualche modo, nel migliore che riuscivo quel giorno, e non sicuramente non senza fallimenti, lottato. Una forza innata dentro di me mi ha spinta a immergermi nella psicoterapia, nella mindfullness, nella filosofia orientale, nelle strategie cognitivo comportamentali, nelle fantomatiche "abilità" che noi classificati nel gruppo 'DP' (disturbi della personalità) conosciamo bene. Nel lungo e doloroso processo di accettazione, nelle ricerche scientifiche, nella condivisione, nella scrittura e in tutte quelle strategie attuate al fine di rendere la vita di un paziente borderline più sana e funzionale. Mi sono affidata a professionisti competenti. Affrontare un disturbo psichico non è cosa ovvia o tantomeno cosa facile. Comporta l'assunzione di terapie farmacologiche, più o meno pesanti, che possono limitarti negli svaghi, che ti costringono a seguire un regime alimentare regolato perché tendenzialmente hanno la tendenza a far ingrassare e ad andare quindi a creare anche altri tipi di complicazioni, che ti possono far sentire meno lucido e meno presente a te stesso. oppure semplicemente molto stanco. Io adoro camminare, adoro la natura e adoro le passeggiate tra le mie amate montagne. Ma a causa di crampi molto forti alle gambe causatomi da un farmaco ora faccio fatica, devo limitare le mie passeggiate e le mie tempistiche, e dio solo sa quanto questo sia pesante per me.
Comporta anche intensa psicoterapia, che può essere come quella attuata in ricovero, dove ogni giorno vengono proposti gruppi di mindfullness, tolleranza alla sofferenza, relazioni interpersonali, consapevolezza e tecniche espressive o può essere più dilazionata nel tempo, le sedute che vengono quindi fatte dallo psicoterapeuta di riferimento ogni due settimane nel mio caso o una volta ogni settimana. La psicoterapia è dura, introspettiva, scava nel profondo, ti attiva emotivamente, ti fa riflettere a fondo e ti porta anche a rivivere situazioni stressanti o dolorose che la tua mente aveva rimosso o nascosto in un cassetto. Ti aiuta nella ricerca del tuo vero 'Io' , modella la tua consapevolezza e ti aiuta a capire cosa sta succedendo dentro di te.
Si tratta di scelte, dolorose e difficile. Scelte che non possono essere imposte da nessuno, scelte che non si possono giudicare in alcun caso. Scelgo di curarmi perché voglio venirne fuori, perché auspico per me una vita migliore in prospettiva, perché necessito di trovare un benessere che ho perso da tempo, perché in fondo ancora ci credo, perché sono adeguatamente supportata e stimolata.
Scelgo di non curarmi forse perché in quel momento non ne ho le forze, non ho i supporti, non ho le motivazioni, aprire certi cassetti mi risulta impossibile, cerco di calmare la mia sofferenza con qualcos'altro. Sono scelte ripeto, entrambe dolorose e entrambe profondamente difficili e assolutamente non giudicabili.
Due criteri in meno, dicevamo. Forse che dal borderline non si può guarire me ne devo ricredere?